C’è insetto che riesce a mettere in pericolo il nostro piccolo amico a quattro zampe : “il pappatacio”. la sua puntura può fare da "ponte" per la Leishmaniosi o meglio per il suo parassita, che se per i quadrupedi è pericoloso, per gli essere umani può essere un ospite davvero difficile da mandare via.
Peggio di una zanzara .complice la bella stagione e le passeggiate nei giardini, il pericolo per i gli amici quattro zampe è destinato a moltiplicarsi. Il pappatacio infatti preferisce il caldo per riprodursi, da maggio a ottobre di norma, anche se al Sud non va quasi mai in vacanza. Il fenomeno tende ad estendersi: le "zone calde" sono due, catanese e napoletano, dove il clima temperato fa registrare i picchi di diffusione. Ma secondo gli ultimi dati statistici della rete Leishmap l`allarme si è esteso fino alle pendici delle Alpi, solitamente indenni.
Il cane si trova così ad essere ignaro "serbatoio" della malattia. Difendersi non è impossibile. Un vaccino anti-Leishmaniosi efficace, dicono gli esperti, ancora non esiste. La profilassi parte quindi dall`esterno. Ad esempio, fuori e dentro casa, suggeriscono i veterinari, si può usare un collare alla deltrametrina, sostanza repellente che si distribuisce sulla cute dell’animale e tiene lontano il taciturno "vampiro con le ali".
Un insetto in punta di piedi - L`arma in più del pappatacio non è il pungiglione ma il volo felpato."Sono detti pappa-taci proprio perché `pappano in silenzio`", ricorda Michele Maroli, dirigente di ricerca presso il Dipartimento di Malattie infettive all’Istituto Superiore di Sanità (Iss), e "a causa del comportamento dei pappataci, delle loro piccole dimensioni e del loro volo silenzioso di solito l’uomo non si accorge della loro presenza". In silenzio, l`insetto goloso di sangue non fa differenza tra animali con o senza coda. La malattia nel cane è di estrema gravità, ma anche l’uomo per guarire deve affrontare un percorso diagnostico e terapeutico lungo e complesso, in particolare se ha contratto la forma più grave, quella viscerale.
In Italia i casi notificati di malattia umana sono aumentati nel corso dell’ultimo decennio. Anche se l`uomo, a differenza del cane, è particolarmente resistente alla malattia, in molti casi si finisce per essere infettati senza saperlo. "Per la maggior parte degli individui venuti a contatto con il parassita l’infezione è del tutto asintomatica", spiega Luigi Gradoni, dirigente di ricerca presso l`Iss. Più a rischio dei "portatori sani" sono i soggetti immunodepressi: anziani, bambini, pazienti con malattie croniche, in terapia farmacologica o che abbiano subito un intervento. Per questi l`amicizia fedele del cane può rivelarsi un boomerang quando non si prendono le dovute precauzioni.
Togliere all`insetto la voglia di nuocere, spiega Marco Melosi, vicepresidente nazionale dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani, è possibile con "strumenti che attuino una strategia no-feeding": un collare per far passare l`appetito all`insetto, ad esempio, può tenere lontano parassita e malattia. Anche dall`uomo.
Peggio di una zanzara .complice la bella stagione e le passeggiate nei giardini, il pericolo per i gli amici quattro zampe è destinato a moltiplicarsi. Il pappatacio infatti preferisce il caldo per riprodursi, da maggio a ottobre di norma, anche se al Sud non va quasi mai in vacanza. Il fenomeno tende ad estendersi: le "zone calde" sono due, catanese e napoletano, dove il clima temperato fa registrare i picchi di diffusione. Ma secondo gli ultimi dati statistici della rete Leishmap l`allarme si è esteso fino alle pendici delle Alpi, solitamente indenni.
Il cane si trova così ad essere ignaro "serbatoio" della malattia. Difendersi non è impossibile. Un vaccino anti-Leishmaniosi efficace, dicono gli esperti, ancora non esiste. La profilassi parte quindi dall`esterno. Ad esempio, fuori e dentro casa, suggeriscono i veterinari, si può usare un collare alla deltrametrina, sostanza repellente che si distribuisce sulla cute dell’animale e tiene lontano il taciturno "vampiro con le ali".
Un insetto in punta di piedi - L`arma in più del pappatacio non è il pungiglione ma il volo felpato."Sono detti pappa-taci proprio perché `pappano in silenzio`", ricorda Michele Maroli, dirigente di ricerca presso il Dipartimento di Malattie infettive all’Istituto Superiore di Sanità (Iss), e "a causa del comportamento dei pappataci, delle loro piccole dimensioni e del loro volo silenzioso di solito l’uomo non si accorge della loro presenza". In silenzio, l`insetto goloso di sangue non fa differenza tra animali con o senza coda. La malattia nel cane è di estrema gravità, ma anche l’uomo per guarire deve affrontare un percorso diagnostico e terapeutico lungo e complesso, in particolare se ha contratto la forma più grave, quella viscerale.
In Italia i casi notificati di malattia umana sono aumentati nel corso dell’ultimo decennio. Anche se l`uomo, a differenza del cane, è particolarmente resistente alla malattia, in molti casi si finisce per essere infettati senza saperlo. "Per la maggior parte degli individui venuti a contatto con il parassita l’infezione è del tutto asintomatica", spiega Luigi Gradoni, dirigente di ricerca presso l`Iss. Più a rischio dei "portatori sani" sono i soggetti immunodepressi: anziani, bambini, pazienti con malattie croniche, in terapia farmacologica o che abbiano subito un intervento. Per questi l`amicizia fedele del cane può rivelarsi un boomerang quando non si prendono le dovute precauzioni.
Togliere all`insetto la voglia di nuocere, spiega Marco Melosi, vicepresidente nazionale dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani, è possibile con "strumenti che attuino una strategia no-feeding": un collare per far passare l`appetito all`insetto, ad esempio, può tenere lontano parassita e malattia. Anche dall`uomo.
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